CARNEVALE IN SARDEGNA

                            “issòhadores”                                                    “sos mamuthones”                           



CARNEVALE IN SARDEGNA

 Il Carnevale sardo inizia con Sant’Antonio Abate e termina il mercoledì delle ceneri. Le feste sono concentrate il martedì e il giovedì grasso, ma le celebrazioni e i riti arcaici, all’insegna della tradizione, durano tutta la settimana di Carnevale.

Il Carnevale in Sardegna non è una festa come tutte le altre. È infatti un evento sentito profondamente da tutta la comunità sarda, con feste caratterizzate da maschere, travestimenti grotteschi (pelli di animali, campanacci, i volti anneriti dal sughero bruciato o coperto da una
maschera nera ) balli e canti...fanno vivere, come in un teatro, la finzione di ruoli e il ricordo di riti arcaici. Il dominio dell'uomo sull'animale e la contemporanea fusione con esso, insieme ai movimenti cadenzati e ai ritmi, rendono il carnevale Sardo unico e particolarmente ricco di fascino e di magia.
I paesi dell'isola si trasformano e il bianco e il nero diventano i colori della festa, quasi a ricordare le antiche origini di riti misteriosi.
La farsa burlesca, il teatro satirico e i giochi del paradosso sono protagonisti di un evento da vivere in prima persona, perchè chi partecipa al carnevale sardo viene coinvolto nelle celebrazioni. Tutti si trovano così a partecipare ad uno spettacolo che confonde continuamente attore e spettatore.
Fave e lardo, frittelle e vino sono gli immancabili compagni di un viaggio incredibile.
Tra le manifestazioni del folclore e del costume popolare Sardo, la più rilevante e ricca di
reminescenze arcaiche è quella che i pastori e i contadini della Barbagia chiamano “sos mamuthones”.
Il mamuthone, porta un pesante grappolo di campanacci da bue legato sul dorso, e una collana di sonagli più piccoli e leggeri appesi al collo, e ha sul volto la “visèra”, la maschera nera e il fazzoletto femminile avvolto intorno al capo, sopra il berretto “su bonette”...sono accompagnati dagli “issòhadores”, portatori di “soha” vale a dire una lunga fune che ora è fatta di giunco, per il solo uso carnevalesco, ma che anticamente era di cuoio pesante.

La processione va avanti lentamente, i mamuthones procedono con passi pesantissimi e ad intervalli uguali danno tutti un colpo di spalla a destra, che corrisponde all’avanzare del piede sinistro, ed è seguito immediatamente da un colpo di spalla a sinistra, corrispondente all’avanzare del piede destro, dopo un certo numero di passi, fanno tre rapidi salti su se stessi e fanno sentire il pesante rumore dei piedi e i suoni dei campanacci.
Gli issohadores si muovono con passi o balzi più agili e sciolti, ma sempre misurati e accordati, per quanto è possibile con l’andare faticoso dei loro compagni; poi d’improvviso
gettano il laccio fulmineamente per catturare qualcuno della folla.


Commenti

  1. I famosissimi mammuttones, vero Marina??
    Bell'articolo, cordiali saluti francesca (devix9)

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