ONORE DI LADRO (2^ PARTE)
Un bel giovanotto, con capelli biondi di media lunghezza e vestito con un elegantissimo smoking, stava camminando su e giù per la sala gesticolando animatamente mentre il padrone di casa si stava versando tranquillamente del brandy in un calice da degustazione.
- Non capisco Horace!! .. Perché fai così? - inveiva il biondo con voce acuta e lievemente tremante - .. Vengo a prenderti per il teatro e tu mi dici che non puoi , che sei occupato!!! .. Non credere che non capisca sai!! .. Ti sei stancato di me … Vuoi piantarmi, lo so!!! –
Il giovane gli si era avvicinato e gli aveva puntato minacciosamente un dito sotto al naso.
- Ed anche fosse .. – rispose l’uomo bevendo - .. Sei troppo possessivo, mi stai venendo a noia, esisti solo tu, sei sempre al centro di tutto … Ma non è così .. Lui invece … - e con la mano indicò evasivamente verso l’alto - … E’ molto misterioso, sembra gentile è affascinante … E molto virile –
Oliver si trattenne a stento dal ridere, non poteva credere alle proprie orecchie. Solo un paio di volte gli era capitato che due donne litigassero per lui, ma che a farlo fossero due uomini era proprio il colmo. Scivolò a terra con le mani sulla bocca per non scoppiare a ridere. Era una situazione veramente imbarazzante, se qualcuno al Red Fox fosse venuto a saperlo non avrebbe più potuto vivere in pace. Si affacciò di nuovo per godersi quella gustosa scenetta, che stava prendendo, però, una piega un po’ pesante. I due, infatti, si stavano insultando ferocemente ed anche il compassato Horace aveva perso il suo aplomb.
- Non voglio discuterne più!!! - disse Horace risoluto - .. E’ una fortuna che abbia mandato via la servitù, non avrei sopportato di dare loro un simile spettacolo!! –
Si aggiustò il foulard che aveva attorno al collo, i suoi lineamenti erano alterati e rivelavano chiaramente l’abbondante uso del fondotinta, continuò tirato
- Sei molto trito sai?!! .. Sei di una volgarità incredibile, non so come abbia fatto a sopportarti fino ad ora .. Vattene e non farti più vedere!!! –
Così dicendo voltò le spalle al giovane sbigottito e guardandosi allo specchio cercò di darsi un contegno. Il biondo era fuori di sé, davanti a quelle parole così dure era rimasto a bocca aperta incapace di replicare, crollò a sedere sul divano e si nascose il volto tra le mani; cercò di parlare ma i singhiozzi glielo impedivano. Oliver trovò quella scena patetica ed anche un po’ triste, il giovane sembrava veramente disperato. Horace, insensibile al dolore del giovane amico e di nuovo in possesso del pieno controllo, ricominciò a parlare
- E’ inutile che tu reciti la commedia, Gegè, non mi commuoverò stavolta, te ne ho date troppe vinte, adesso basta!! … E’ tutto finito non ho da aggiungere altro!! .. Non renderti oltremodo ridicolo e vattene !!.. –
Girò sui tacchi e fece per avviarsi verso la scalinata. Oliver scattò in piedi pronto a fuggire nella sua stanza, ma un risvolto inatteso lo bloccò dov’era. Il giovane aveva smesso di singhiozzare, si era alzato di scatto ed afferrata una statuetta di marmo che era sul caminetto era corso dietro ad Horace. L’uomo si voltò per istinto ma non poté nulla. Il giovane, al colmo dell’ira, abbatté la statuetta sulla sua testa un numero imprecisato di volte, finché il corpo dell’uomo, coperto di sangue, non cadde a terra privo di vita. Oliver aveva assistito agghiacciato alla scena, incapace di muovere un muscolo. Il giovane lasciò cadere la statuetta e rimase alcuni istanti a fissare il cadavere come se non lo vedesse. Il suo volto tradiva orrore, paura, sgomento ma anche determinazione, guardò in alto, sembrava stesse riflettendo, infine prese il suo mantello lo stese a terra e cominciò a riempirlo con tutto quello che di prezioso gli capitava, quando fu abbastanza pieno legò il mantello formando una specie di grosso sacco da cui non fuoriuscisse nulla e si dedicò con cura a buttare all’aria l’intera sala.
Oliver non capiva. Come poteva pensare quel giovane che avrebbero creduto ad un furto? Senza contare che non poteva sperare di non essere stato sentito da lui visto che se ne stava al piano di sopra a riposare. Poi una lampadina si accese nella sua testa intronata dalle botte. Era evidente che il giovane non sapeva della sua presenza, come era evidente che lui non avrebbe potuto telefonare alla polizia per denunciare l’accaduto; con i suoi precedenti non gli avrebbero certo creduto e sarebbe finito dentro con l’accusa di omicidio. Il panico lo assalì, la catastrofe gli sembrò incombente, anche perché si ricordò che il dottore non si fidava di lui e quasi certamente lo avrebbe indicato come artefice di quel delitto. Nessuno gli avrebbe creduto, nessuno avrebbe creduto alla presenza di un terzo uomo. Si tolse la giacca del pigiama e rientrando in camera la passò su tutte le superfici che poteva aver toccato, con una certa fretta si rimise i suoi abiti, poi lentamente tornò verso il ballatoio. Si accertò che il biondo se ne fosse andato e scese la scalinata. Fece attenzione a non toccare nulla ed evitando di guardare il cadavere si avviò verso la porta e l’aprì tenendo la mano dentro la tasca della giacca. Prima di uscire si accertò che in strada non ci fosse nessuno. Non sapeva né che giorno fosse né che ora fosse ma era buio e questa era l’unica cosa di cui gli importava. Non sarebbe stata una notte tranquilla nemmeno quella, aveva davanti una lunga camminata per tornare all’ovile. La villa del defunto Horace, infatti, era nei quartieri bene di Londra, quartieri che lui conosceva bene essendo il suo territorio di caccia, ma stavolta sarebbe tornato a casa con le mani vuote ed una gran paura addosso.
Il giorno dopo, leggendo a sbafo un giornale, Oliver si rese conto che dalla sera del pestaggio a quella del delitto era passato un giorno intero e che la polizia stava dando la caccia ad un ladruncolo per interrogarlo circa l’omicidio di Horace Blackpool, un facoltoso quanto mai estroso mecenate. L’articolo diceva anche che Scotland Yard aveva forti indizi per credere che lo stesso ladruncolo fosse l’artefice dell’efferato delitto. Il nome del ladruncolo era il suo. Oliver si mordicchiò un labbro. Era stato uno stupido. Pensandoci a mente fredda, si rese conto di aver fatto un’enorme sciocchezza a fuggire. In tutta la casa le uniche impronte estranee erano le sue, aveva cercato di cancellarle ma di certo qualcuna gli era sfuggita, e poi il vero assassino, solo adesso ci poneva attenzione, indossava i guanti per la serata a teatro e non se li era tolti mai. Era ovvio che la polizia pensasse a lui come all’omicida, senza contare che il vero assassino, inscenando il furto aveva contribuito a delinearlo come l’omicida perfetto con un movente inoppugnabile. Si era cacciato in un bel guaio e solo per aver tentato di barare con Ronny, cosa che tra l’altro nemmeno gli era riuscita. Non sapeva cosa fare, dove battere la testa. Se si fosse trattato solo di un furto poteva anche addossarsene la colpa, ma un omicidio mai!!! Era uno spiantato ma aveva un suo codice d’onore che gli aveva sempre impedito di sconfinare dal furto all’assassinio. Il suo vecchio glielo aveva trasmesso assieme ad i suoi insegnamenti ed ad i trucchi del mestiere. Si rendeva conto, però, che come linea di difesa faceva acqua da tutte le parti, l’ispettore capo di Scotland Yard gli avrebbe riso in faccia mentre il boia insaponava la corda da stringergli attorno al collo. Deglutì davanti a quella immagine agghiacciante ma maledettamente pertinente. Non aveva il coraggio di farsi vedere a giro, soprattutto al Red Fox. Non era per paura di Ronny ma per il fatto che il suo nome era su tutti i giornali in relazione ad un omicidio e nel East-End tutti ti sono amici fino a che non vali sterline ballanti e sonanti, a quel punto puoi dimenticarti anche di avere una famiglia. Era così preso dalla valutazione della sua imminente rovina che non si rese conto che un mezzo della polizia gli si era accostato a passo d’uomo. Un gendarme si affacciò dal finestrino e gli fischiò.
- Eih Oliver!! .. Non ti andrebbe di fare quattro chiacchere con l’ispettore Chandler? .. –
Oliver lo guardò terrorizzato. Non era possibile che lo avessero già beccato. Prima ancora di riuscire a formulare questo pensiero il giovane girò sui tacchi per partire a tutta velocità alla volta di un vicoletto alle sue spalle, ma tutto quello che riuscì a fare fu di schiantarsi contro un gendarme alto e largo come un armadio a due ante, il quale, presolo per il bavero della giacca, lo sollevò letteralmente da terra. Si trattava dell’agente Mc Rayan, detto l’irlandese; quasi una leggenda a Scotland Yard. L’agente che era sul mezzo se la stava ridendo alla grande, aveva quasi le lacrime agli occhi. Mc Rayan lo sbatté nella vettura e sedendosi accanto al collega, che stava ancora ridendo, diede l’ordine di partire. Fosse stato in un altro frfXqBbdlXFS4yElbCpvISYTt6mNN79PTxeve, anche Oliver avrebbe riso di quella scena, ma stavolta il suo proverbiale senso dell’umorismo non gli venne in aiuto. Non riuscì a ridere od a fare una battuta sulla mole dell’irlandese e per la prima volta in vita sua maledì il giorno in cui era nato.
New Scotland Yard Oliver la conosceva bene, si poteva dire che fosse per lui quasi una seconda casa. Mc Rayan lo portò nell’ufficio dell’ispettore Chandler il quale stava telefonando dando le spalle alla porta. Sentendo del rumore, senza voltarsi, fece cenno di aspettare. Urlò ancora qualcosa nella cornetta e riattaccò con vigore, poi lentamente si voltò poggiando i gomiti sulla scrivania ed il mento sulle mani. Squadrò Oliver con finto stupore.
- Già qui?!! – si accese un sigaro e giocherellò con uno dei suoi baffi - Venuto spontaneamente o beccato ignominiosamente all’angolo di una strada? –
- La seconda Signore!! - scandì l’irlandese battendo i tacchi così forte da assordare tutti.
Oliver cercò di farsi coraggio e di darsi un contegno
- Di che cosa mi si accusa? .. Io non ho fatto niente!! –
L’ispettore lo guardò con aria falsamente sorpresa
- Ma come Mc Rayan! .. Me lo porti qui senza dirgli di che cosa lo si accusi … Non si fa così con i gentiluomini .. Vero Oliver? –
- Senta Capo - attaccò Oliver esasperato - .. Sputi il rospo e facciamola finita con questa buffonata! –
Chandler perse il suo aspetto canzonatorio e si fece serio, guardò Oliver dritto negli occhi e quando faceva così non era mai un buon segno.
- Va bene ragazzo, andiamo dritti al punto. Sei accusato dell’omicidio di Horace Blackpool –
Oliver non avrebbe mai voluto sentir dire quella frase, sapeva così tanto di patibolo. L’ispettore riprese
- Cosa puoi dirci di tutta questa faccenda? Ti avverto ci sono prove schiaccianti a tuo carico –
Oliver lo guardò con l’aria più ingenua che riuscì a sfoderare
- Horace chi? .. Scusi sa ma non credo di averlo mai sentito nominare .. –
- Non sei molto furbo ragazzo .. – disse Chandler puntandogli un dito sul petto - .. Se prendi questa strada ti cacci in un guaio più grosso di quello in cui sei già –
Oliver ostentava una calma che era ben lungi dal provare
- Le assicuro Capo .. Non so di cosa stia parlando .. Sa i giornali io non li leggo .. –
L’ispettore si alzò ed aggirata la scrivania di mise di fronte al giovane squadrandolo duramente
- Sarà anche che tu non ci entri in questa storia, ma vuoi spiegarmi allora cosa ci fanno le tue impronte digitali nella villa di Blackpool? .. Ce le ha portate Mary Poppins? –
Era inutile mentire, Oliver si rese conto che forse avrebbe avuto una possibilità di cavarsela solo raccontando la verità.
- Va bene!! .. Va bene!! .. Non si arrabbi Capo! .. Le dirò tutto .. - sorrise in modo accattivante - .. Ci ho provato, sa per non lasciare nulla d’intentato. Lo ammetta se non l’avessi fatto ci sarebbe rimasto male –
L’ispettore dette una botta alla sedia girevole su cui era seduto Oliver e lui fece due giri completi ritrovandosi faccia a faccia con l’uomo.
- Avanti!! – disse l’ispettore rimettendosi a sedere - … Raccontaci la tua novella!! –
Oliver non si fece pregare oltre e raccontò l’accaduto tralasciando il fatto che i tre picchiatori erano uomini di Ronny e naturalmente la vera causa del pestaggio. Per tutto il tempo in cui Oliver raccontò la sua versione dei fatti l’ispettore non fece altro che tormentarsi i baffi ed aggrottare sempre più le sopracciglia, non lo interruppe mai, e questo Oliver lo sapeva, era un gran brutto segno.
- E questa è tutta la verità Ispettore – concluse alla fine - Lo chieda al Dottore Edgar è lui che mi ha curato le ferite! –
- E questa è tutta la verità Ispettore – concluse alla fine - Lo chieda al Dottore Edgar è lui che mi ha curato le ferite! –
L’ispettore lo guardò negli occhi e poggiò i gomiti sul tavolo
- Il fatto è,Oliver, che il Dottor Edgar Finch dice di non conoscerti, gli abbiamo fatto vedere una tua foto segnaletica ma nega di averti mai visto, Senza contare che la sua versione non combacia con la tua neanche a volerlo –
Se Oliver non cadde dalla sedia poco di mancò
- Lo so! – disse con le mani che gli sudavano - … Non gli sono rimasto molto simpatico, ma fino al punto di dire di non avermi mai visto! .. E’ assurdo! .. Me lo faccia vedere, voglio un confronto, gli chieda del biondo lui lo conoscerà di certo, si chiama Gegè!! –
Chandler fece un cenno a Mc Rayan il quale non senza difficoltà varco la stretta porta. Oliver non voleva darsi per vinto gli sembrava di avere a che fare con una manica di matti
- Lei lo sa Capo .. Io non ucciderei mai nessuno … -
- C’è sempre una prima volta ragazzo .. – rispose l’ispettore tamburellando con le dita sulla scrivania.
- Non è vero!! .. E lei lo sa! Si .. Si ricorda di quella volta, vero? .. Che per non fare del male al padrone di casa che era rientrato all’improvviso mi feci beccare .. Eh? .. Se lo ricorda? .. –
Chandler lo guardò intensamente
- Chi mi dice che allora non fu incompetenza ed inesperienza da parte tua. Un ladro più abile sarebbe riuscito a scappare senza fare morti o feriti e .. –
Oliver scattò battendo un pugno sul tavolo
- Eh no Capo!! .. Così non va!! .. Qui si mette in dubbio la mia abilità di ladro! ..E’ un insulto alla mia professionalità!! –
che bella storia! Soprattutto nei particolari! Complimenti
RispondiEliminaUna domanda:
Da dove la prendi l'ispirazione?
da tutto quello che mi circonda, da una scena da un pensiero da, da una frase da un dipinto ... dipende dal grado d'ispirazione ...Comunque grazie!
RispondiEliminaSto adorando questo racconto sopratutto per la tua "penna", la ricercatezza della lingua è così tristemente assente dal web che è un piacere leggere qualcosa che non abbia solo trama ma anche senso "estetico".
RispondiElimina