VOCABOLARIO MODA





 Cosa significa “catwalk”?.... passerella delle sfilate di moda.
Il mondo della moda  ha un suo particolare linguaggio e tante espressioni provengono dall’inglese.

Qui potrete trovare il vocabolario più importante del linguaggio del mondo della moda, sicuramente vi aiuterà a muovervi più sereni nelle luci di un mondo pieno di stelle…


ABBOTTONATURA A DOPPIOPETTO:
Tipo di chiusura con due file di bottoni, indicata soprattutto per i capispalla, dove i davanti si
sovrappongono.
ABBOTTONATURA ALL'INGLESE:
Quando i bottoni sono nascosti da una striscia di stoffa
ABITO A CHAMPAGNE:
Vestito femminile con bustino aderente, gonna gonfia e corta. Riprende la forma della coppa da
champagne.
ABITO A GUAINA:
Aderentissimo, lungo al ginocchio  o alla caviglia, era l'abito preferito delle star del cinema
negli anni '30. Oggi descrive genericamente un vestito molto fasciante.
ABITO A SIRENA:
Aderente come una seconda pelle, scende lungo e si allarga a corolla all'orlo, imitando la figura
della sirena, da cui il nome.
ABITO A SOTTOVESTE;
Prende il nome dall'indumento intimo perche  molto simile. Spalline sottilissime, anche
elasticizzate, in tessuto setoso e leggero, appena svasato all'orlo. Scollatura accentuata, anche
bordata in pizza. E' diventato un classico vestito d'estate o da sera.
ABITO A TUBINO:
Un classico senza tempo. Solitamente nero, senza maniche o corte, leggermente aderente,
scollatura appena accennata, lunghezza al ginocchio. Creato da Coco Chanel nel 1926 diventa
popolare trent'anni dopo grazie a Jackie Kennedy the ne fa un pezzo forte del suo guardaroba.
ABITO A VESTAGLIA:
Dal taglio semplice, tutto aperto sul davanti, le due parti vengono sovrapposte e annodate in
vita da una cintura. Tasche a filo o a toppa. La versione classica lo vuole in seta stampata.
Prende la forma e il nome dalla vestaglia da camera.
ABITO DA POMERIGGIO:
Era l’abito d'obbligo nella meta dell'Ottocento per l’ora del tè, di linea semplice, con bustino
aderente, lungo. Verrà sostituto dall'abito da  cocktail, quando le donne, verso gli anni '20,
rifiuteranno il corsetto, e vestiranno abiti dritti e leggeri.
ABITO DA SERA:
Vestito femminile, elegante, confezionato in seta, chiffon, taffettà o velluto a seconda della
stagione, sempre comunque in tessuto importante. Dalle diverse scollature, spesso arricchito da
ricami, paillette e jais. A differenza di quello da gran sera può essere anche corto.
ABITO IMPERO:
Vestito femminile con taglio sotto al seno.
ABITO PRINCESSE:
Abito dalla linea scivolata, svasato, composto  da pannelli cuciti assieme sino all'altezza del
braccio. E' realizzato per la prima volta da Charles Worth ( 1826-1895) per l'Imperatrice
Eugenia, nasce quindi nell'ambito dell'Haute Couture parigina, ma ne rivendicano la paternità
sia Chanel, Patou e Dior. Per la sobrietà del taglio inizialmente viene proposto soprattutto per
gli abiti da sposa, poi negli anni Sessanta diventa di gran moda , oggi è un classico del
guardaroba femminile.
ACCESSORIE:
Accessori per ampliare e arottondire un immagine, come per essempio borse, capelli, scarpe, goielleria, scarpe,  ecc..
ALTA MODA/ HAUTE COUTURE:
La grande arte della sartoria italiana. Vestiario esclusivo, creato per modelli e per stagione. La prima mostra della collezione completa solitamente da impolsi alla moda usuaria. La “Haute Couture” e stata fondata a Parigi negli anni 60 e segue maggiormente le tendenze più giovanili. È stata in seguente influenzata dal “Pret-a-porter”, tramite il quale la stilizzazione del modello per se ha ottenuto un ruolo più notevole.
ALTA MODA PRONTA:
Il “Pret-a-porter”(traduzione: pronto da portare) italiano. Vestiario poco convenzionale creato da stilisti della haute couture o da stilisti autonomi. È divenuto una direzione di moda autonoma tra la haute couture e la moda delle confezioni industriali.
BABY DOLL:
Camicia da notte cortissima, trasparente, leggermente svasata, accompagnata da mutandine
dello stesso tessuto. Pizzi e fiocchetti sintetici come ornamento. Esibisce scollatura arrotondata
con nastrino passante, che l'arriccia quanto basta, le maniche sono corte e a palloncino,
anch'esse arricciate, oppure preferisce sottili bretelline che sostengono una scollatura a cuore,
classica del reggiseno. "Baby Doll" è titolo di un testo di Tennessee Williams, diventato poi
una sceneggiatura, scelta dal regista Elia Kazan per girarne un film, che fece discutere per
l'argomento scabroso affrontato.
Diventata una tendenza dopo il film con lo stesso titolo “Baby Doll” dell’anno 1956.
BALAYEUSE:
Applicazione di pizzo o tessuto cucito all'orlo delle gonne che scendevano sino a terra, in uso
nell'Ottocento.
BALZA:
Striscia di tessuto arricciata, anche sovrapposta  ad altre, cucita motivo decorativo all'orlo di
gonne o vestiti femminili.
BELLE EPOQUE:
Modo di vestire a cavallo fra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘900. Le donne indossavano vestiti
lunghi, dalle maniche a prosciutto, larghe all'attaccatura strettissime verso il polso. I bustini
erano aderentissimi come le gonne, che raccoglievano sul dietro a grembiule un gran fiocco
mostrando sotto un'altra gonna in tessuto o in colore diverso. Completava l’insieme un grande
cappello con veletta e vistose piume.
BERMUDA / SHORTS:
Calzoncino corto che finisce appena dopo il ginocchio in cotone, creato all'inizio del XX sec. per la British Army di stanza alle Bermuda, colonia inglese. Le isole diventano meta turistica negli anni '30 e i civili dato il clima ne adottarono l’uso, poi esportato in tutto il mondo.
BERRETTO:
Copricapo maschile e femminile, senza tesa e spesso con visiera, realizzato in diversi materiali come il cotone o la lana, secondo l'uso.
BLAZER:
Giacca maschile doppiopetto, foderata, dal caratteristici bottoni dorati, in tessuto blu scuro, con stemma sul taschino, tasche applicate o a fessura, stile marina. Si porta su pantaloni in flanella o in fresco di lana grigio scuro. Diverse sono le tesi sulle sue origini. La prima lo vede nascere
nel 1873 per volontà del comandante di fregata H.M.S. Blazer che aspettando la regina Vittoria per un'ispezione, decise di rinnovare la divisa del suo equipaggio. Scelse una giacca
doppiopetto dai bottoni d'ottone, del suo colore non si hanno notizie precise, sembra fosse inizialmente a righe. La regina Vittoria re rimase comunque entusiasta e chiese che diventasse
l'uniforme ufficiale della Marina Britannica. L'altra versione lo vede apparire agli inizi del '900 ed e indossato per la prima volta dai canottieri del Lady Margaret Boat Club, del St. John College di Cambridge, ed e a righe regimental. Poi confezionato in tessuto a tinta unita o gessato, come giacca da club, sempre con stemma. Dagli anni '80 si definisce blazer, per estensione, una giacca dal taglio maschile, non necessariamente a doppiopetto, che interpreta un certo stile manageriale femminile.
BLOOMERS:
Pantaloni larghi e stretti alla caviglia al ginocchio, indossati sotto alla gonna alla fine dell' '800,
create dall'americana Elisabeth Smith, ma saliti agli onori della cronaca con Amelia Bloomer
che li presentò a Londra nel 1851 accompagnati da una giacca sportiva, come tenuta da
cavallerizza. Oggi indica un paio di calzoncini femminili a palloncino.
BLUSA:
Termine generico che indica una camicia femminile dal volumi confortevoli. Di solito lunga
sino fianchi, dal colletto diverso a seconda dell’uso e delle mode, può avere maniche lunghe o
corte, è solitamente abbottonata sul davanti. Ha origini nel Media Evo come semplice casacca
ed è indossata sia dagli uomini sia delle donne, mentre nel 500 diventa un capo prettamente
femminile.
BOA:
Lunga sciarpa in piume di marabù, struzzo o pelliccia. Di moda sino dall’800 è un accessorio
femminile ch va ad arricchire gli abiti da sera.
BODYSTOCKING:
Completo attillato che copre tutto il corpo, fatto come la calzamaglia.
BOLERO:
Giacchina corta di origine spagnola. Arriva appena sotto al seno, maniche lunghe e aderenti,
senza bottoni, priva di collo, bordi arrotondati e spesso ornati da guarnizioni e nappine. S’ispira
alla giacca dei toreri. Per l’estate può essere senza maniche.
BOUTIQUE:
Questo tipo di negozio è stato ideato negli anni 30, per vendere, oltre alla haute couture anche gli accessori (accessoire). Oggigiorno l’espressione boutique viene usato per nominare un negozio di abbigliamento pret-a-porter di un certo livello.
BOMBER:
Giubbotto corto e stretto sui fianchi grazie a una fascia elasticizzata, zip sul davanti, in tessuto
impermeabile, di linea arrotondata. Foderato con una leggera e calda imbottitura, s’ispira alle
giacche a vento indossate dal piloti delta British Royal Air Force durante la Seconda Guerra
Mondiale. Di moda negli anni ‘70 e ‘80 con jeans e Timberland diventa la nuova divisa dei
ragazzi. Capo unisex si è declinato in tanti colori, dal verde militare al nero, dal rosso
all’arancio, è un classico dell’abbigliamento casual.
BOMBETTA:
Cappello maschile nero o grigio scuro dalla cupola arrotondata, con la tesa piccola e
leggermente rialzata. Lanciato a Londra net  1550 dal negozio "Bowler Son" sostituisce il
cilindro e diventa simbolo degli uomini d’affari della City, assieme all’ombrello.
BUSTIER:
Indumento femminile o parte di esso, scollato  a cuore, a balconcino, a fascia, sempre senza
spalline, stretto in vita, si appoggia sui fianchi. Si porta su pantaloni o gonne. Può essere anche
la parte superiore di  un abito e quindi cucito alla gonna. E anche un capo d’abbigliamento
intimo con reggiseno, realizzato in diversi materiali elasticizzati. Di origine antichissima, se ne
trovano tracce stia nella cultura greca sia romana, ma le funzioni sono sempre le stesse:
assottigliare il punto vita, schiacciare o sostenere il seno a seconda delle mode. Durante il
regno di Isabella di Baviera, fra il XIV e il XV secolo, s’indossa il "corsetto" un bustino con
lacci che permettono di stringerlo al corpo. Nello stesso periodo in Borgogna, terra che allora
faceva tendenza, era indossato anche dagli uomini. Ma è la corte spagnola a decretarne il
successo, il busto diventa a "imbuto", una corazza rivestita di tessuto, che impone un’andatura
austera. Nel corso del tempo è realizzato via via con lamine di stagno, reso rigido grazie a
stecche di metallo e di balena. Nel ‘700 in Inghilterra veniva allacciato sulla schiena, mentre in
Francia sul davanti. Con la rivoluzione francese scompare per qualche anno e poi ritorna più
alla moda che mai. Per un secolo sarà un capo d’abbigliamento indispensabile, disegnando una
figura di donna caricaturale: seno imponente, vitino di vespa e fianchi molto rotondi. Spetta a
Paul Poiret, sarto parigino, abolire questo strumento di tortura, causa di malformazioni
corporee: proponendo uno stile d’abbigliamento  più semplice, è il 1911 Ma la sua camera
continua nonostante tutto il bustier occhieggia anche sotto agli abiti succinti delle garçonne,
però è elastico, più confortevole e s’indossa per appiattire la pancia e assottigliare i fianchi.
CAMICIA LUMBERJACK:
Camicia pesante a quadrettoni indossata dal boscaioli canadesi, entrata nel guardaroba sportivo
e casual.
CAMPEROS:
Stivaletti maschili e femminili, a meta polpaccio, dalla punta allungata e dal tacco obliquo.
Ornati con borchie, cuciture colorate e applicazioni di pellami differenti. D’ispirazione texana.
CAPE:
Mantellina di varia lunghezza, ampia, da indossare sugli abiti. Aperto sul davanti può avere fessure sui lati per le braccia e capuccio. Nell‘800 era portata dagli uomini e dalle donne sui vestiti da sera.
CAPOSPALLA:
Termine generico che indica tutti i capi d’abbigliamento esterni come: giacche, cappotti,
impermeabili, che s’indossano sopra ad altri indumenti.
CARDIGAN:
Giacca in lana, scollata a "V", chiusa da bottoni, lunga sino sotto ai fianchi, maniche a giro,
spesso con tasche interne orizzontali, tagliate a filo. Si sussurra che porti un nome nobile,
quello del generale James-Thomas Brudenell (1798-1868) settimo conte di Cardigan, proprio
quello che guide la carica dei Seicento nella battaglia di Balaclava, durante la guerra di Crimea
(1854). Sulla nascita di questa giacca le ipotesi si moltiplicano ed entrano nella leggenda pin
che nella storia. Sembra che il generale non sopportasse il freddo e che per proteggersi dai
rigori indossasse sopra alla divisa, non molto eroicamente, un paio di mutandoni rossi di Lana,
che erano allora in dotazione alle truppe inglesi. Altre fonti affermano invece the Cardigan, nei
momenti di relax, cercasse conforto in una giacca  di lana, bordata in pelliccia, solitamente
portata dagli ufficiali dell’esercito. In ogni caso, una giacca rosso vivo usci dai campi di
battaglia ed entrò in quelli da golf, appropriandosi forse  indebitamente, del coraggioso
cognome. Attenzione pero, l’atlante geografico mostra al largo della costa gallese un’isoletta,
che si chiama per l’appunto Cardigan, ed è un vivace centro di produzione di maglieria. Una
coincidenza? alcune fonti dicono che la mitica giacca abbia preso nome proprio da lì, e che il
conte non abbia niente a che spartire con questa faccenda di moda. Sarà una donna, la mitica
Coco Chanel, sarta parigina, a decretare il successo di questo comoda capo in maglia, che
conquisterà tutte le ragazze sportive di allora. Fra gli anni ‘20 e ‘30 diventa infatti un capo
destinato alto sport e al tempo libero. Negli anni ‘70 il cardigan diventa l’emblema del vestire
informale e con piglio quasi rivoluzionario dichiara, ancora una volta guerra, questa volta alla
giacca maschile tradizionale e vince qualche scaramuccia, per poi ritagliarsi un terreno franco,
che fa rima con voglia di morbidezza addosso.
CHANEL- TAILLEUR:
Tailleur elegante e poco complicato. Dal 1954 punto di riferimento dello stile Chanel, denominato appunto come la sua ideatrice, la stilista Coco (Gabriele) Chanel.
CHASUBLE:
Scamiciato. Abito femminile di linea diritta  o appena svasata, dallo scollo solitamente
arrotondato, senza maniche. Da indossare su un maglioncino a collo alto o su una camicia.
CHEMISIER:
Abito a camicia. Abito femminile che riprende la forma della camicia maschile. Linea diritta,
aperto e abbottonato sul davanti. Lanciato da Coco Chanel negli anni ‘30.
CHEONGSAM:
Abito cinese. Vestito della tradizione popolare cinese. In fantasia jacquard, con motivi floreali
o altro, in seta. Molto aderente, colletto in piedi, con abbottonatura diagonale che parte dalla
spalla per arrivare al colletto. Maniche corte, profondi spacchi laterali sulla gonna, cerniera
nascosta su un fianco. Bordato in colore contrastante. Alamari e bottoni in tessuto.
CLOCHE:
Copricapo femminile piccolo e aderente, anche con minima tesa spiovente, in voga fra gli anni
‘20 e ‘30. Veniva calcato fino a coprire le orecchie.
COLLECTION/COLLEZIONE:
Scelta di varie creazioni campione di uno stilista mostrata stagionalmente (primavera-estate // autunno-inverno) o che rapresentano un certo motto.
CONTEST:
Gara per le nuove leve dei fotomodelli, nelle quale singoli fotomodelli bambini vengono scoperti e altri cominciano a cogliere le prime esperienze lavorative.
COPPOLA:
Berretta maschile in panno, con visiera. Un tempo era in velluto nero e veniva portato dai
campieri, i guardiani dei terreni appartenenti alla nobiltà siciliana.
CORSETTO/BUSTO:
Espressione per sottovesti femminili attillate e spesse volte elastiche. Il corsetto / busto viene anche usato come sopraveste, per la prima volta dallo stilista Jean Paul Gaultier per la sua prominente cliente Madonna.
COVERGIRL:
Fotomodella femminile che lavora spesso per copertine di riviste.
DÉCOLLETÉ:
Tipo di calzatura femminile con scollatura  sul davanti molto pronunciata, arrotondata o
squadrata. Chiusa sul dietro, può avere il tacco nelle forme più diverse a seconda delle
tendenze. Nasce verso la metà dell’800 e conosce ad oggi un’infinita di varianti. Molto
popolare negli anni ’20, considerata estremamente, elegante, nella versione da sera era
realizzata nello stesso colore tessuto dell’abito.
DRIVING CAP:
Berretto con visiera, solitamente in tweed, indossato dal primi automobilisti. Oggi considerato
un cappello sportivo.
EVENT:
Parola inglese per avvenimento, evento.
FEDORA:
Cappello in feltro dalla cupola cilindrica, con  incavatura centrale, circondata da un nastro,
dall’ala piuttosto larga. Portato dalle donne alla fine dell’800 e dagli uomini sino a meta del
‘900. Prende il nome da una commedia di Victorian Sardou del 1882.
FRAC:
Vestito da sera maschile. Giacca corta sul davanti con lunghe falde a coda di rondine sul dietro.
Si indossa accompagnato da gilet e camicia bianca con sparato, cravattina candida a farfalla,
pantaloni a tubo, con bande verticali in satin. Nato dalla trasformazione di una divisa militare
settecentesca, diventa di moda con Brian  George Brummel, arbiter elegantiarum
dell’Ottocento. Sarà la borghesia, classe sociale emergente, a preferirlo nero piuttosto che blu
com’era nella versione originate.
FROU FROU:
Di tutti gli ornamenti (balze, volant, pizzi, fiocchi ecc.) che rendono lezioso un capo
d’abbigliamento. Voce onomatopeica che deriva dal fruscio delle sete utilizzate per realizzare
queste guarnizioni.
FUSEAUX:
Pantaloni femminili aderentissimi in tessuto elasticizzato. Possono avere una staffa elastica
posizionata sotto al piede per renderli più dritti oppure possono stringersi a polsino attorno alla
caviglia. Di moda negli anni ‘80, ritornano  periodicamente in voga. Indossati anche per le
attività sportive.
GARCONNE:
Moda femminile che imita lo stile maschile. Capelli corti, giacca e camicia a uomo, pantaloni a
gonna dritta. Prende il nome dal romanzo "La Garconne" di Victor Marguerite (1922)
considerato, all’epoca, il manifesto della donna emancipat.
GESSATO:
Tessuto generalmente in lana pettinata di colore scuro (grigio, antracite, blu, nero, marrone)
con sottilissime righe bianche. Tipicamente maschile, viene pero utilizzato anche per giacche e
tailleur da donna. Indica inoltre un completo a un singolo capo d’abbigliamento confezionato
con il suddetto tessuto.
GIARRETTIERA:
Fascia di tessuto elasticizzato, ricamata o guarnita di pizzi, utilizzata  per sostenere le calze.
Questo intrigante accessorio femminile dà il nome a un importante ordine cavalleresco inglese.
Si racconta che durante una festa, mentre la bella contessa Alix de Salisbury stava ballando con
Edoardo III, re d’Inghilterra e suo amante, perdesse accidentalmente una giarrettiera. Il sovrano
la raccolse e pronunciò la celebre frase: "Honni soit qui mal y pense!" (sia villipeso chi pensa
male). Il motto venne ricamato sulla giarrettiera azzurra diventata simbolo del nuovo ordine
istituito dallo stesso re, nel 1350, in onore della sua compagna. Indica inoltre ciascuno dei
quattro nastri del reggicalze.
JEANS:
Pantalone fabbricato con stoffa denim blu, che per questo motivo viene chiamato blue-jeans. Oggi disponibile in tutti i colori e in tutti i tagli fù usato negli Stati Uniti come pantalone di lavoro dagli ricercatori d’oro. Inventato circa nel 1850 dal tedesco-americano Levi Strauss raggiunge l’Europa solo negli anni 40 dell’ultimo secolo.
KEFIA:
Tipico copricapo arabo portato sulla testa o sulle spalle. La sua origine è pratica, nei Paesi
Arabi era indispensabile avere un drappo di stoffa che proteggesse il viso e il capo dal sole e
dal vento, ora ha assunto anche un significato politico e religioso. Può essere bianco e rosso,
talvolta bianco e nero, totalmente nero, giallo o bianco.
KIMONO:
Vestiario tipo caffettano con maniche larghe da chiudere davanti con una cintura come una vestaglia proveniente dal giappone.
KNICKERBOCKER:
Calzoni alla zuava.
LEGGINGS:
Sinonimo di pantacalza e di pantacollant.
LINGERIE/INTIMO:
Espressione generale per nominare il sottovestiario feminile e maschile.
LODEN:
Caratteristico cappotto di origine tirolese maschile e femminile, confezionato con l’omonimo
tessuto, dalla linea appena svasata, maniche con aletta e sfondo piega sul dietro, tasche oblique
e bottoni in cuoio. Oggi è solitamente verde, ma fino alla fine dell’800 era grigio, poi divenne
blu, rosso e nero.
La sua storia risale all’Alto Medioevo quando i contadini, confinati nei masi a filare la lana
delle pecore, realizzarono per la prima volta questo tipo di panno. La ditta Moessner, fondata
nel 1882 confezionò una cappa di loden bianco per l’imperatore Francesco Giuseppe, cosi la
nobilta del regno Austro-Ungarico cominciò a considerare il loden non più il panno del poveri,
ma degli imperatori, particolarmente adatto per le loro escursioni e le battute di caccia.
LONGUETTE:
Detto anche midi. Di un indumento femminile, gonna, vestito o cappotto, che scende sino a
metà polpaccio.
LUPETTO:
Maglia maschile e femminile, realizzata nei materiali più diversi, con collo aderente più corto
di quello della maglia a collo alto, copre infatti solo la base della gola.
LUREX:
Filo lucicante in oro, argento oppure color rame.
MANNEQUINS:
Fotomodelli da passerella di manovra che vengono prenotate maggiormente per sfilate di moda.
MERLETTO:
Piccolo risalto, Becatello. Il merletto è un lavoro a disegno di rete o di oro filato o seta, a punte, per guarnizione di pannilini, vesti, ecc.
MODA STILE HIPPIE:
Combinazioni di vestiario poco convenzionale e molto colorato. Apparso per la prima volta nella metà degli anni 60 negli stati uniti. Il stile hippie viene sempre ripescato e modificato come accade anche nella musica.
MINIGONNA:
Gonna corta che arriva a 10 cm. dalle ginocchia, ma può salire sino a metà coscia. La sua
paternità è contesa fra Mary Quant e Andre Courreges. L’ipotesi più accreditata sostiene che
sia stata proposta inizialmente dalla stilista inglese, aglih inizi degli anni ‘60, quando Londra
era la capitale della moda giovane e quindi anticonformista. Andre Courreqes, stilista francese,
avrebbe invece consacrato la minigonna nel pret-a-porter ufficiale, quello delle sfilate parigine,
inserendola nelle sue collezioni d’impronta futurista. La minigonna amatissima dalle donne e
dagli uomini non e stata più ripudiata dalla pur volubile moda, ed è entrata nei grandi classici
del guardaroba femminile del terzo millennio. Chi le può far concorrenza? solo la microgonna,
che incalza sempre più impudica.
OVERSIZE:
Espressione proveniente dall’inglese che denomina le misure grandi. In questo stile di moda, popolare negli anni 80, si usavano portare i vestiari inconfezioni piu grandi.
PANAMA:
Cappello in finissima paglia intrecciata ottenuta dalle fibre di una particolare palma
(carludovica palmata) che cresce  in Ecuador. E’ un copricapo maschile, leggerissimo; color
avorio, della calotta incavata e della tesa piuttosto larga. Ha preso questo nome perche sembra
che il presidente americano Theodore Roosevelt lo indossasse durante una visita ufficiale al
Canale di Panama. Correva l’anno 1906. Un’altra versione invece racconta che il cappello,
seppure fabbricato in Ecuador veniva commercializzato a Panama, da cui il nome. Comunque
sia conquistò l’Europa: gli eleganti del tempo erano disposti a spendere qualsiasi cifra per
ottenere un panama tanto leggero da passare arrotolato attraverso un anello, simbolo della sua
eccellente qualità.
PANTALONI A SIGARETTA:
Detti anche pantaloni a tubo. Aderenti e affusolati, la gamba si stringe verso il fondo. All’orlo
hanno uno spacchetto a una zip per infilarli con maggior comodità. Capo d’abbigliamento
femminile e maschile.
PANTALONE A ZAMPA DI ELEFANTE:
(BELL BOTTOMS)
Pantalone con un taglio stretto ed attillato fino alle ginocchia che poi si allarga fino ad arrivare alle caviglie. Ideato negli anni 70 soprattutto usato dai figli dei fiori e ripescato negli anni 90 con molto successo.
PANTALONI CAPRI:
Detti anche pantaloni alla pescatora o alla corsara. Aderenti e corti si fermano al polpaccio, con
spacchetto all’orlo. Molto di moda negli anni ‘50, prendono il nome del celebre luogo turistico
italiano per via della vacanze dorate di un certo bel mondo che in quegli anni si godeva la vita
proprio a Capri. Qui elegantissime ragazze indossavano i mitici pantaloni creati da Emilio
Pucci che si era ispirato a quelli indossati dai pescatori. Squisitamente femminili ritornano di
gran moda alla fine degli anni ‘90, in materiale tecnico, spesso elasticizzato.
PAPILLON:
Detta anche farfalla, farfallino, cravattino, cravatta a farfalla. Cravattino a fiocco piatto, in seta
o in velluto. Si allaccia dietro al collo con piccoli ganci. Di origini ottocentesche,
indispensabile con lo smoking e per occasioni formali. Prende il nome da farfalla, in francese
“papillon” perchè ne ricorda le ali.
PAREO:
Termine di origine tahitiana. Rettangolo di tessuto da avvolgere attorno ai fianchi sino ad
ottenere una gonna. Le cocche si annodano di lato o sulla schiena. Può arrivare a ginocchio o
essere cortissimo. Adatto per il mare, è spesso in fantasie dai colori molto forti. Gli stilisti
hanno rielaborato l’idea riproponendolo come gonna estiva da città. Inoltre il pareo viene
drappeggiato sul corpo in diversi modi sino a trasformarsi in un copricostume. Prende origine
dall’indumento tradizionale delle donne e degli uomini polinesiani.
PARKA:
Mantella con cappuccio lunga fino ai ginocchi con grandi tasche, restringibile tramite una corda interna all’altezza delle ginocchia. Era usata per proteggere i soldati dalla pioggia ed era per questo alle origini solo color olivo.
PASHMINA:
Sciarpa o scialle in prezioso kashmir ottenuto dal vello della capra “Chyangra” che vive
nell’altipiano montagnoso delle regioni himalayane e tibetane. Per l’ordito della pashmina
vengono utilizzati fili di seta, che le donano l’inconfondibile lucentezza. La tosatura del vello
avviene due volte l’anno e si raccolgono 50/100 gr dalla femmina e 100/150 gr. dal maschio.
Le tonalità naturali di questa pregiata lana sono tre: Bianco, bianco grigiastro a grigio.
PETTICOAT:
Sinonimo di sottogonna. Sottana rigida con volanti e ruche, spesso scalato. Sottogonna in voga fra gli anni ‘50 e ‘60 indossata per sostenere l’ampiezza delle gonne a ruota. È la versione moderna della crinolina.
PINOCCHIETTI:
Sinonimo di pantaloni alla corsara e alla pirata. Pantaloni aderenti che arrivano appena sotto al
ginocchio. Vengono definiti pinocchietti facendo  un chiaro riferimento a quelli indossati da
Pinocchio, protagonista della celebre favola scritta da Collodi (1826/1890). In realtà non si sa
quale foggia avessero esattamente i suoi pantaloni, dice infatti il testa: “Geppetto, che era
povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece un vestituccio di carta fiorita, un
paio dl scarpe di scorza d’albero e un berretto di midolla di  pane...”. Però tutti coloro che
conoscono la favola immaginano che Pinocchio,  oltre al vestituccio, pensato come una
camiciola, indossasse anche un paio di calzoncini lunghi sino al ginocthio. Ed ecco conclusa la
breve storia, che nasconde in sè una piccola bugia, abitudine comunque ben nota al burattino di
legno. Probabilmente questo termine si perderà  lungo la strada e i riferimenti diventeranno
altri. Come sinonimo di pinocchietti troviamo pantaloni alla corsara o alla pirata, dove non c’e
inganno, i pirati indossavano davvero calzoni al ginocchio come era uso nel XVII secolo.
POCHETTE:
Dal francese “poche” “tasca”. Sinonimo di busta. Borsetta senza manico né tracolla da portare
in mano o sottobraccio.
Piccolo fazzoletto, solitamente in seta, piegato a triangolo e infilato net taschino delle giacche maschili o di taglio maschile. Secondo i canoni dell’eleganza classica deve essere in fantasia diversa da quella della cravatta.
PONCIO:
Mantellina, anche con tagli per le braccia, tasche passamano e capuccio.
PUMPS/ SCARPA SCOLLATA:
Il pumps nelle origini era una scarpa da uomo, diventò poi, negli primi anni dell’ultimo secolo una scarpa da donna molto usata. Questa scarpa senza lacci viene portata con diverse altezze di tacco.
PUNK-LOOK:
Questa anti-moda con pettinature e coloratura dei cappelli poco convenzionali, è uno stile che sin dagli primi anni 70, quando fù inventato da movimenti giovanili di Londra per mostrare la loro controtendenza allo stile di vita della società, era più o meno sempre in moda. Oggi è la haute couture che usa spesso elementi dello stile punk.
REDINGOTE:
Soprabito o cappotto, a seconda della pesantezza del tessuto, mono o doppiopetto caratterizzato
della linea affusolata, aderente in vita e svasata verso l’orlo. Maschile e femminile. Di origine
inglese, verso la metà del ‘700 era una giacca da uomo, indossata per l’equitazione. In seguito
diventerà di gran moda in tutta Europa. Con il tempo si trasformerà, fra le diverse versioni,
anche in un lungo soprabito femminile, molto aderente spesso indossato aperto, per mettere in
evidenza l’abito indossato sotto.
SABOT:
Scarpa chiusa sul davanti che lascia completamente scoperto il tallone. E’ una calzatura estiva,
ma viene indossata anche d’inverno accompagnata da grosse calze in lana. In francese descrive
uno zoccolo con la suola in legno e la tomaia in cuoio, in Francia sono stati per molto tempo le
calzature degli agricoltori.  Alla fine del ‘700 appartenevano invece all’abbigliamento
rivoluzionario, ma all’inizio del XX sec. erano ancora portate dai figli dei contadini sino
all’età, della prima comunione.
SALOPETTE:
Comodi pantaloni con pettorina sostenuta da due bretelle, che s’incrociano sulla schiena per
agganciarsi sul dietro dei calzoni. Nata come indumento da lavoro passa alla moda verso gli
anni ‘60, quelli della contestazione, dove il vestire informale diventa simbolo di libertà. Oggi
gli stilisti la propongono nelle versioni più diverse da quelle sportive in denim o imbottite per
lo sci, a quelle decisamente eleganti.
SHOWROOM:
Espressione inglese per il salone d’esposizione nel quale vengono presentate e vendute le nuove collezioni.
SMOKING:
Termine derivato dall’inglese "to smoke" , fumare. Sinonimo di tuxedo e dinner jacket. Abito
da sera maschile. La giacca (dinner jacket), in tessuto leggero di colore nero o blu scuro, può
essere mono o doppiopetto, i revers in seta sono a lancia o sciallati. La versione bianca o ecru è
indicata per le feste serali all’aperto o in crociera. Il pantalone, senza risvolto, ha applicata sulla
cucitura laterale esterna, una banda in seta. S’indossa con una camicia bianca dai polsini doppi,
allacciati con i gemelli o con speciali bottoni. Spesso la camicia ha uno sparato a piccolissime
pieghe o vi è applicato un inserto di picchè. Il cravattino deve essere nero, in quanto quello
bianco è riservato al frac. Una fusciacca (cummerbund) copre punto vita . Le origini dello
smoking sono piuttosto discusse, gli americani se ne attribuiscono la  paternità, ma è più
probabile che sia d’origine inglese. Da quando  è stato indossato da Marlene Dietrich e poi
ripreso da Yves Saint Laurent negli anni ‘70, è diventato un vestito da sera anche femminile.
SPENCER:
Giacchino con revers, corto, sfiora appena punto vita. Prende il nome da Lord Spencer (1758-
1834) che si dice l’abbia inventato tagliando le code del suo frac. Dapprima esclusivamente
maschile, agli inizi dell’800 entra a far parte del guardaroba femminile, si fa più corto, più
stretto e s’indossa sugli abiti da giorno e da sera.
SPOLVERINO:
Soprabito o anche over o overcoat. La spolverino è un indumento da viaggio da tempo
immemorabile, naturalmente era destinato ai ricchi, mentre ai poveri serviva solo per coprire
abiti logori. Questa "cappotto" antipolvere fa il suo ingresso ufficiale nel guardaroba moderno
rombando. Agli inizi del ‘900 veniva, infatti, indossato dai coraggiosi guidatori delle prime
automobili. Allora era un soprabito leggero, piuttosto largo, doveva coprire tailleur e cappotti,
lungo sino alla caviglia, il colletto si allacciava sul dietro per proteggersi dal vento.
Indispensabile per ripararsi dalla polvere e dalle intemperie, vestiva uomini e donne, muniti di
copricapo in pelle e di grandi  occhiali. Con il passare del tempo ha perso la sua originaria
funzione d’uso ed oggi lo si chiama comunemente soprabito. Fra gli anni ‘50 e ‘60 diventa un
pezzo insostituibile del guardaroba primaverile e s’indossa, appunto, sull’abito spesso
realizzato nello stesso tessuto, in lana o in gabardine. Si accorcia e raggiunge ginocchio, si fa
più aderente al corpo e via via segue le diverse linee di moda: a trapezio, a matita, e via
dicendo. Oggi è un classico da portare al principio di stagione, in ogni caso in tessuto leggero,
dalla loggia sportiva o elegante, anche da sera in tessuto impalpabile come l’organza a in pizza.
Spesso in inglese viene anche definito "over", quando perde le caratteristiche essenziali del sua
progenitore.
STILE HIP HOP:
Stile di abbigliamento nato sulla scia del successo del genere musicale hip hop americana agli
inizi degli anni ‘80. Prende il via dai sobborghi newyorkesi ed ha come codici vestimentari
colori forti, pantaloni esageratamente larghi,  perfetti per la breakdance e lo skate, scarpe da
ginnastica, cappellini e vistose catene come accessori. Portabandiera di questo nuovo stile sono
stati i cantanti rapper.
HIPPIE:
Prende il nome dal movimento giovanile degli anni ‘60, che diede vita a una moda al
femminile fatta di gonne lunghe e colorate, jeans stampati, camicie indiane, borse a tracolla in
stoffa, sandali piatti e zoccoli in legno. Per i ragazzi erano d’obbligo i capelli lunghi, pantaloni
aderentissimi a zampa d’elefante e maglie altrettanto aderenti.
STILE IMPERO:
Caratterizza l’abito a stile impero la vita alta, segnata sotto al seno, grazie a tagli sartoriali o a
pinces strategiche. Una scollatura generosa,  spesso squadrata, ma dagli angoli dolcemente
arrotondati, disegna il corpino. La linea affusolata, a volte leggermente svasata. Può essere sia
lungo sia corto, con maniche o senza. L’abito ad impero, di moda fra il 1800 e il 1820, era di
rigore alla corte di Napoleone imperatore (1804) così attento all’immagine tanto da esigere che
le donne invitate ai ricevimenti indossassero sempre un abito nuovo. Un certo Leroy, sarto di
corte disegnava e realizzava appositamente gli abiti della moglie e delle sorelle. Tanto interesse
coinvolgeva non solo il Napoleone grande comunicatore, ma anche aspetti commerciali di
notevole rilievo, l’Imperatore voleva rilanciare il settore tessile-abbigliamento francese,
promuovendo non solo la ricercatezza del vestire, ma anche l’utilizzo di tessuti nazionali. In
questo ambiente l’abito dalla vita alta, lanciato da Josephine Beauharnais, prende il sostantivo
"impero". Allora aveva una scollatura molto accentuata, un nastro stretto sotto al seno esaltava
il décolleté. Diritto o appena svasato scendeva lungo sino ai piedi, sul dietro un breve strascico.
Le maniche erano corte e a palloncino, gonfie e arricciate all’orlo, guanti lunghissimi e aderenti
stringevano le braccia. Colori sobri e al tempo luminosi, dal panna sino all’azzurro.
SPORTSWEAR:
Espressione generale per vestiario comodo e sportivo, usato odiernamente o nei weekend. La sportswear è una combinazione di qualsiasi tipo di sports- e di active-wear, sottomesso alle tendenze dell’attuale moda.
STOLA:
Grande rettangolo di tessuto da avvolgere attorno alle spalle. Realizzata anche in pelliccia
s’indossa su abiti da sera importanti. In voga negli anni ‘50
SUIVEZ MOI JEUNE HOMME:
Venivano chiamati così i nastri dei cappelli delle donne, che danzanti sulla nuca, invitavano i
ragazzi a notare la bella. Stesso nome per la spilla utilizzata per appuntare e sollevare una delle
gonne. Eravamo alla fine dell’Ottocento.
TABARRO:
Ampio mantello a ruota, con colletto, si appoggia sulle spalle  e si avvolge sul davanti. Di
origine medioevale come indumento militare o da cerimonia, é tipicamente italiano. Diventa di
moda fra gli aristocratici nel ‘700 ed è foderato con tessuti preziosi, allora era indossato anche
dalle donne.
TAILLEUR:
Sinonimo di vestito a giacca. Completo femminile composto da giacca dal taglio maschile, accompagnata da gonna confezionata con lo stesso tessuto completato da una camicetta e un gilè. Nasce alla fine dell’800, suo nome deriva dal fatto che era confezionato dal sarto, "tailleur" in francese.
TIGHT:
Dall’inglese “tight”, attillato. Viene definito  in italiano "tight " un completo da uomo per
cerimonie e occasioni speciali, indossato solo  di giorno, che gli inglesi chiamano morning
dress. La giacca nera o grigia riservata allo sposo, ha lunghe falde tagliate in senso obliquo e si
accompagna a un gilet grigio o giallo pallido. I pantaloni sono a righe, eccezionalmente anche
in Principe di Galles. Accompagna l’insieme un cilindro grigio o nero a seconda del tipo di
cerimonia. Il morning dress è di rigore negli ippodromi di Ascot o di Epron quando sono
presenti principi della casa reale.
TRENCH:
Dall’inglese “trench”, trincea. Impermeabile  maschile, ma amato anche delle donne. E’ a
doppiopetto, in cotone impermeabilizzato, con maniche a raglan e spalline. Stretto in vita da
una cintura. Anche questo capo di abbigliamento ha un’origine militare; il suo nome; trench
coat, significa infatti "cappotto da trincea". Creato per gli ufficiali inglesi, fa parte della loro
divisa durante la prima Guerra Mondiale. Ogni sua parte, che oggi ci sembra puramente
ornamentale, aveva in realtà una specifica funzione. La cinghietta posta al bordo del collo
permetteva di alzarlo e di chiuderlo per proteggersi dalla pioggia, come quelle cucite sul bordo
delle maniche. Mentre agli anelli in metallo applicati alla cintura venivano appesi la borraccia e
altri oggetti. E’ stato reso celebre da Humphrey Bogart in "Casablanca".
TRENCHCOAT:
Espressione inglese che nomina l’impermeabile, divenuto famoso grazie al cinema come vestiario degli investigatori privati.
TWINSET:
Combinazione di un maglione e una giacchetta. La giacchetta solitamente è fabricata da un tessuto simile a quello del maglione, oppure il disegno della giacchetta si abbina a quello del maglione.
VESTITO A FORMA D'ASTUCCIO:
Vestito attillato, senza colletto con taglio dritto in diverse lunghezze. A partire dall’anno 1918  questo tipo di vestito era molto di moda, diventa famoso poi negli anni 60 grazie a Jackie Onassis (precedentemente vedova Jackie Kennedy, la moglie dell’ex-presidente dei Stati Uniti) e riappare negli tardi anni 90.
VITA DI VESPA/VITINO:
Denominazione per una vita stretta, che fino agli primi anni dell’ultimo secolo fù solitamente formata da un busto.
ZATTERONI:
Calzature femminili estive dalla zeppa altissima in sughero, aperte sul dietro, di moda negli anni ‘70.
ZEPPA:
Suola che percorre tutta la lunghezza della calzatura e si alza verso il tallone, sostituendo il tacco. Può essere in legno, in sughero, in pelle, in paglia o in altri materiali. Usata sino dal XVsec. è stata di gran moda negli anni ’40; sono passate alla storia del costume quella firmate da Salvatore Ferragamo.
ZUCCHETTO:
Copricapo femminile e maschile di piccole dimensioni da appoggiare al centro della testa. Il papa lo porta bianco, i vescovi viola.


Un bacio dalla vostra TittyLilly

Commenti

  1. articolo molto utile :)brava titty :)sai quante ne sento io in negozio!!! e vai a capire cosa chiedono..una volta una signora mi ha chiesto un tubino scampanato vaporoso color cammello sfuggente O.o....sig! sig! e mo che gli propongo!!!! ci sono arrivata a tentativi era un vestito stile impero :/

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  2. Davvero molto carino e originale questo articolo!
    Io sono molto attratta dallo stile hippie! ^__^

    Ciaoo! :)

    By tesera99

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  3. carina l'idea di condividere questo piccolo vocabolario della moda...sarebbe bello se diventasse una sorta di rubrica a cui tutti possono contribuire integrando quello che manca, potrebbe diventare una guida utile per tutte le lettrici del blog =)

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