LA MAGIA DEL NATALE



LA MAGIA DEL NATALE 


Il volto sorridente del metereologo annunciava per la settimana di Natale neve oltre i mille metri e temperature piuttosto fredde su tutto il territorio con rischio di gelate. Stella sbuffò, sprofondata nel divano di pelle del salotto. Solo i soliti fortunati avrebbero avuto la neve per Natale, lei di certo no, bloccata in città per rimettersi in pari con gli esami universitari. Avrebbe approfittato della pausa natalizia per prepararsi ad affrontare quel pallone gonfiato del Professore Saccenti. Accanto a lei un ragazzino di nove anni si stava dando da fare con una PSP nuova di zecca. Fra lei ed il piccolo Riccardo, Ricky per gli amici, c’erano solo dodici anni di differenza ma a volte le sembrava di essere Matusalemme accanto a quel tipetto, impertinente, viziato, e con la risposta sempre pronta. Lei era cresciuta ad affetto materno concentrato, avvolta dalla magia della parola, della lettura e della fantasia, mentre lui era figlio della tecnologia. Sua madre era uno smartphone e suo padre una consolle per videogiochi, senza contare il tablet che aveva la duplice funzione di maestro di vita e insegnante. Sembrava molto più grande della sua età, ed era piuttosto strano che i suoi genitori avessero deciso di prendergli una baby-sitter, vecchia maniera. Tre volte a settimana doveva occuparsi di lui, erano gli unici tre giorni su sette, sabato e domeniche comprese, in cui non avesse attività extrascolastiche. Ricky aveva un’agenda più fitta di quella di un politico, ed a giudicare da come veniva su, sarebbe stato un grande politico. Si alzò di scatto. Fuori c’era un pallido sole ed erano appena le tre del pomeriggio. 
- Che ne diresti se invece di mettere funghi sul divano ce ne andassimo a fare due passi ed a vedere le vetrine … Mancano cinque giorni a Natale .. E non ho idee per i regali. 
Lui la guardò seccato 
- Sto per superare il record … Cosa vuoi che mi importi dei regali … Natale è una tale noia! 
Stella serrò le labbra, stava per rispondergli male ma si trattenne. 
- Ci facciamo una mega merenda con le crepes alla nutella e altre schifezze super golose. 
Sbuffò, ma si fermò a riflettere sulla proposta 
- Va bene … Ma non ci stiamo tanto ok? 
Stella sorrise e prese il cappotto e la sciarpa. Ricky si mise il piumino il berretto e la sciarpa. Ovviamente era firmato dalla testa ai piedi e molto più trendy di tanti suoi amici universitari che se la tiravano alla grande. 
Uscirono dall’elegante palazzo e si diressero verso la fermata della tramvia. Non attesero molto, e dopo nemmeno venti minuti erano in mezzo alle vetrine scintillanti del centro. Stella si sentiva sempre emozionata davanti ai festoni ed agli addobbi natalizi che sfoggiavano i negozi, sia quelli eleganti che quelli con meno pretese. A Natale tutto sembrava più bello, più pulito, più armonioso. Quando era bambina era convinta che a Natale piccoli angeli paffuti e dorati scendessero fra le persone per renderle più buone e per rendere tutto meraviglioso. A dirla tutta a volte ci credeva ancora. Indicava tutto eccitata e le sembrava che la città si fosse messa l’abito da festa come una vecchia signora elegante che riceveva i suoi ospiti nel salotto buono. Accanto a lei Ricky guardava annoiato, senza emozione ma soprattutto senza interesse. Si fermarono davanti alla vetrina di un negozio specializzato in consolle e videogiochi. 
- Quando avevo la tua età qui c’era una bellissima libreria dove una signora molto gentile leggeva i libri ad i bambini .. Era bravissima, ti sembrava di essere dentro al libro .. Ti faceva sognare .. Mi è dispiaciuto tanto quando ha dovuto chiudere. 
- Che cosa triste - disse il bambino imbronciato 
Stella lo guardò stupita ed un sorriso le illuminò il volto 
- Hai proprio ragione, una cosa tristissima. 
- Ma certo! .. Una libreria con una tipa che legge i libri .. Ma che idea triste .. Vuoi mettere con il negozio che c’è adesso!! .. Guarda che sballo .. Ci sono cose favolose!! 
Stella ci rimase malissimo, per un attimo aveva creduto che il ragazzino avesse capito cosa stava cercando di dirgli. La cosa veramente triste era che a nove anni il piccolo Ricky avesse perso la sua fantasia, la sua voglia di sognare, il suo desiderio di magia. Ricky aveva perso la sua infanzia all’età di tre anni, lei invece a ventuno anni la serbava ancora intatta. Chi dei due era fuori dal tempo? Guardò la vetrina trovandola orribile e capì di essere lei quella anacronistica. Fece spallucce, ognuno viveva la sua vita, lei volava tra le nuvole e Ricky sarebbe rimasto imprigionato tra bluetooth e fredde pagine del web. Lei avrebbe riso guardando le amiche negli occhi o pianto asciugandosi ed asciugando lacrime vere e lui avrebbe chattato per ore con persone che non esistevano mettendo la sua vita sul web alla mercé di chiunque volesse vederla. Lei era gelosa della sua vita, dei suoi ricordi, delle sue emozioni e non voleva condividerle con chiunque, ma solo con le persone che riteneva degne di farne parte. Stella però, era caparbia e non si dava per vinta tanto facilmente. 
- Potresti mettere alcune di quelle cose favolose sulla lista di Babbo Natale - buttò là. 
Lui la guardò come se fosse stata una marziana 
- La lista di Babbo Natale? – sillabò con disprezzo - … Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo tre anni .. Babbo Natale non esiste .. Non dirmi che tu ci hai creduto? 
Desiderò strozzarlo 
- Se è per questo ci credo anche ora! – rispose di slancio - … Posso garantirti che Babbo Natale esiste! … Ma se non vuoi crederci è un problema tuo, non certo mio. 
- Il problema è tuo che ci credi … – rise lui - .. Ma stai tranquilla non dirò a mamma che sei strana, infondo non sei male, non rompi troppo e a volte sei pure simpatica. 
Stella lo guardò senza riuscire a rispondergli adeguatamente. Quel bambino era un mostro, non c’era altra spiegazione. 
Camminarono per un po’ in silenzio. Stella stava rimuginando su quella risposta sibillina, non le era andata giù, per niente. Doveva replicare, ed in modo efficace. 
- Lo sai come chiamavamo quelli come te a scuola? 
- Furbi? 
- “I Dispersi” 
- Dispersi? … Che c’entrano i dispersi? 
- Un disperso è uno che si è perso. 
- So cosa è un disperso, ma non vedo cosa c’entri. 
- Uno che ha smarrito la strada della fantasia, che ha dimenticato come si attinge alla magia, uno che si è perso nell’infida palude del nulla. Insomma una persona senza emozioni, senza speranze, senza meta … Un disperso. 
Ricky la guardò come se la vedesse per la prima volta. 
- Fai uso di droghe? 
Lei rise con fare enigmatico. 
- La mia droga è la mia sfrenata fantasia, io posso volare ovunque, in ogni spazio in ogni luogo .. Io sono stata sulla slitta con Babbo Natale … Ho conosciuto la fatina dei denti .. Ho pranzato con il coniglio Pasquale … Ho fatto il bagno con le Sirene .. Ho intrecciato ghirlande di fiori con gli Elfi e gli Gnomi … ed ho danzato con le Fate. 
- Che razza di videogioco è? .. Non ne ho mai sentito parlare … E’ un gioco di ruolo? 
Stella crollò le braccia disarmata. Era senza speranza. 
- Andiamo a mangiarci le crepes alla nutella che è meglio - disse prendendolo per mano con malgarbo. 
Per strada c’era una discreta confusione. Lo teneva stretto per paura di perderlo, ma un gruppo di ragazzi la spintonò e lei mollò la presa senza volerlo. Fu un attimo. Nel flusso di gente piena di pacchetti il berretto blu di Ricky scomparve. Un attimo prima lo aveva per mano, un attimo dopo non c’era più. In preda al panico si voltò da tutte le parti con lo sguardo sbarrato. Lo aveva perso. Si mise a guardare su e giù per il marciapiede, spingendo la gente come una pazza. Nella tasca del cappotto il cellulare vibrò. Con mani tremanti lo tirò fuori e accettò la chiamata del numero con l’ID nascosto. 
- Sono fermo davanti alla vetrina del negozio di sport. 
La voce divertita del ragazzino la mandò in bestia. Aveva fatto la figura della stupida. Avrebbe dovuto pensarci lei a chiamarlo, invece di fare il remarke di Jody Foster che perde la figlia sull’aereo. Si voltò allungando il collo in direzione del negozio che avevano appena passato. Lui era là che la stava salutando con la mano. Si avvicinò a passo di carica. 
- Lo hai fatto apposta!! – esplose con un diavolo per capello 
- La colpa è tua … Lo hai detto tu che ero un disperso – e scoppiò a ridere 
Stella dovette farsi violenza per non dargli uno sculaccione. 
- Peggio per te!! .. – tuonò - … Adesso ce ne torniamo a casa e ti metti a fare i compiti per domani. 
- E le Crepes? 
- Fattene un paio virtuali, vedrai come saranno buone!! 
Lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro a passo di carica. Doveva calmarsi o avrebbe detto o fatto qualcosa di molto stupido. Sbucarono in una piazzetta dove c’era meno gente. Al centro, su della falsa neve fatta di polistirolo, c’era una slitta carica di pacchi con legata davanti una vera renna ed un grosso e rubicondo Babbo Natale che invitava le mamme a portare i loro figli sulla slitta per fare una bella foto con lui. Ci passarono accanto e l’uomo vestito di rosso la fermò sorridendo in un modo così bonario che Stella non poté fare a meno di fermarsi. 
- Una bella foto con il suo bambino? 
Domandò con una voce così calda e musicale che Stella ne rimase come incantata. 
- Non è mio figlio, per fortuna. 
- Ma è un bambino … - si chinò verso Ricky sorridendogli - .. Vuoi fare una bella foto con Babbo Natale? 
- Tu non sei Babbo Natale … Babbo Natale non esiste … Sei uno vestito in maschera che lo fa di lavoro. 
L’uomo rise di gusto. Una bella risata profonda e sonora, con un vago eco. Stella sentì come un vuoto allo stomaco. Conosceva quella risata. L’aveva sentita tante volte, nei suoi sogni. 
- Ma che ometto deciso!! .. Hai le idee chiare a quanto pare. 
Ricky incrociò le braccia sul petto e lo guardò con sfida 
- Non sono un disperso .. Come dice lei .. Io so bene dove vado. 
L’uomo si lisciò la barba pensieroso 
- Abbiamo un disperso … Accidenti, un caso grave mia cara - continuò rivolta a Stella - .. E cosa stai facendo per salvarlo? 
Stella aprì bocca ma non parlò. Doveva aver battuto la testa da qualche parte, oppure si era addormentata sul divano e stava sognando. Lo guardò stranita. 
- Come scusi? 
- E’ un disperso … e mi sembra anche da diverso tempo … E’ una vera e propria emergenza … Lo sai che io mi scomodo solo per casi molto gravi e questo lo è. 
Ricky li guardava senza sapere se ridere o arrabbiarsi. 
- E’ un amico tuo? .. Vi siete messi d’accordo per farmi uno scherzo? 
- Se sei tanto sicuro che non esisto – continuò l’uomo rivolto al bambino - .. Cosa ti costa farti una foto con me? … E’ gratis. 
Stella si sentiva come sospesa. All’improvviso si sentì come se fosse stata richiamata alle armi. Era un saldato dormiente di Babbo Natale. La sua devozione aveva la possibilità di trovare applicazione sul campo. Quell’uomo era davvero Babbo Natale ogni fibra del suo essere glielo gridava. Le girò la testa e le sembrò che all’improvviso l’aria avesse l’odore dello zucchero filato e dei biscotti appena sfornati. Mancava solo la neve. 
- Avanti Ricky … Tu e Babbo Natale sulla slitta … Sarò comunque un bel ricordo .. La renna è vera .. Ne avevi mai vista una dal vero e così da vicino? 
Carezzò il muso dell’animale e sentì un fremito scuoterla tutta. Il calore della bestia le fece venire in mente un caminetto acceso con le calze appese ed un bellissimo albero di natale carico di palline colorate e di luci intermittenti. 
- Chi è? .. Cometa, Fulmine o Freccia. 
- Cometa! – rispose l’uomo soddisfatto – Lei non si perde mai … E’ necessaria per ritrovare un disperso. 
Stella prese Ricky per la mano e lo condusse verso la slitta. Con riluttanza il ragazzino ci salì sopra. Una comoda e folta pelliccia era adagiata sul sedile. Babbo Natale gli si sedé accanto, prese le redini e sorrise bonario. Ricky fece la faccia schifata ed in quel momento un ragazzo vestito da elfo scattò la foto. 
- Visto? .. Era tanto difficile? 
Babbo Natale strizzò l’occhio a Stella e lei gli sorrise imbarazzata ma felice. 
- E questa foto quando ce la dai? – domandò Ricky scendendo dalla slitta 
- Domani arriverà a casa tua .. Uno dei mie elfi te la farà avere … Volevo ricordarti giovanotto che non ho ancora ricevuto la tua lista .. A dire il vero sono sei anni che non la ricevo … E adesso capisco perché. 
- Non ti darò il mio indirizzo!! – rispose sulla difensiva e con aria di sfida. 
- Non c’è bisogno che tu me lo dia .. io conosco l’indirizzo di tutti i bambini del mondo .. Buoni o cattivi che siano. E se posso darti un consiglio, pensaci a quella lista .. La consolle ed i giochi che hai visto in quel negozio vanno per la maggiore .. Mi dispiacerebbe molto che tu rimanessi senza. 
Ricky lo guardò stupito e per la prima volta da quando lo conosceva, Stella lo vide vacillare. Nei suoi occhi limpidi vide balenare il dubbio o almeno l’incertezza. Forse non tutto era perduto. 
- Che storia è questa? … Cosa ne sai tu di quello che ho visto e che voglio!! 
- Giovanotto!!! … Per chi mi hai preso? .. Io sono Babbo Natale .. Io so tutto!! 
Scoppiò in un’altra sonora risata e si allontanò verso una mamma con tre bimbi che stavano facendo il diavolo a quattro per salire sulla slitta. 
Stella lo prese per mano e si allontanarono. Prima di lasciare la piazzetta si voltò ancora una volta e vide l’uomo salutarla con un ampio gesto della mano ed un sorriso che scaldava il cuore. 
- Quel tipo era strano davvero … - mormorò Ricky a corto di argomenti 
- Strano dici? .. Io l’ho trovato fantastico .. Ma tu sei un disperso cosa vuoi saperne di certe cose. Non hai nemmeno voluto carezzare la renna .. Mica ti mangiava … Cometa è sempre stata la mia preferita. E’ lei che trova le case di tutti i bambini. 
- La mia non l’ha mai trovata. 
- Perché tu non volevi essere trovato .. E’ il tipico atteggiamento di un disperso. 
Stranamente non replicò e si chiuse in uno strano mutismo per tutto il tragitto fino a casa. Entrarono e si chiuse in camera sua per fare i compiti. Stella si gettò sul divano sorridendo. Il dubbio era stato insinuato, un vero colpo da maestro. Babbo Natale era un vero mago in certe cose. Come riportava lui i dispersi sulla retta via non c’era nessuno. Guardò fuori dalla finestra e le sembrò che il buio che era calato fosse in realtà luminoso come la più luminosa di tutte le stelle. Se era un sogno non voleva svegliarsi era di gran lunga il migliore che avesse mai fatto. 
Il giorno dopo doveva andare a prendere Ricky a scuola. Una cosa un po’ fuori dall’ordinario, ma che era capitata altre volte. Quando rientrarono era già buio. Stella aprì la porta e la cuoca venne loro incontro salutandoli allegramente, in mano teneva una busta rossa. 
- Questa è per te Ricky stamani è venuto un buffo ragazzo vestito come un elfo a portarla. Ti porto subito la merenda. 
Ricky prese la busta e la guardò con sospetto. Sopra a lettere dorate c’era scritto il suo nome. Stella si sentì strana, come se le fosse mancato il terreno sotto ai piedi. Il suo sogno di bambina si stava avverando, aveva incontrato Babbo Natale e lui l’aveva eletta come sua temporanea collaboratrice. Sinergia di forze per strappare Ricky al suo triste destino. Sorrise euforica. 
- Visto? .. Babbo Natale non dice mai bugie. Avanti aprila sono curiosa di vederla. 
Il ragazzino se la rigirò tra le mani senza decidersi ad aprirla, a Stella parve avesse quasi paura. Fece alcuni passi per il salotto, poi prese coraggio e l’aprì con gesto deciso. Estrasse la foto. Stella era dietro di lui curiosa come una scimmia. Nella foto c’erano la slitta, la renna, Ricky con la sua faccia schifata ma nessuna traccia di Babbo Natale. Stella rimase interdetta. Eppure lui era lì quando la foto era stata scattata. Era magia non c’era alcun dubbio. Babbo Natale aveva poco tempo per salvare il bambino ed ogni mezzo era lecito. Un’ ottima strategia. Vide la mano di Ricky tremare, si voltò di scatto con gli occhi sgranati. 
- Che razza di scherzo è questo? … Lui non c’è!! … Come è possibile?!!! 
Stella prese la foto e la guardò attentamente, cercando di celare il suo sorriso. 
- Cosa ci trovi di strano? .. Tu non ci credi a Babbo Natale … E lui non è venuto nella foto. Se una cosa non esiste non può venire fotografata .. Dico bene? 
- Ma lui c’era!!! - Afferrò il giubbotto infilandolo al volo - .. Adesso andiamo là e gli chiediamo una spiegazione!! 
Stella fu letteralmente trascinata fuori dall’appartamento e quando la cuoca tornò con la merenda non trovò nessuno. Rifecero lo stesso percorso del giorno precedente. Ricky tirava come un mulo, e lei faceva quasi fatica a stargli dietro. Sembrava come morso da una tarantola. Non aveva aperto più bocca. Camminava a testa bassa come un guerriero pronto allo scontro. Arrivarono nella piazzetta ma di Babbo Natale e della sua slitta non c’era traccia. Ricky la guardò. Sul suo volto, rabbia, disappunto, ed una certa ansia. 
- Forse oggi non veniva – azzardò lei incerta su come condurre lo scontro – Chiediamo a quel venditore di castagne, ieri c’era, forse lui sa qualcosa. 
Si avvicinarono e l’uomo sorrise loro porgendo un cartoccio di bruciate. Stella le prese e pagò. Ricky gli si piazzò davanti deciso. 
- Oggi non viene Babbo Natale con la sua slitta? – domandò con fare inquisitorio 
L’uomo lo guardò stupito 
- Qua non c’è mai stato nessun Babbo Natale con la slitta … Ti sbagli con un’altra piazza. 
- Non è vero!! – attaccò il ragazzino tirando fuori da sotto il giubbotto la busta rossa - Ho le prove di quello che dico .. guarda, guarda la foto!!! - e la tirò fuori dalla busta - … Era proprio là vicino a quella panchina. 
Tutti e tre guardarono la fotografia che lentamente scivolò dalle dita di Ricky. Adesso non solo mancava Babbo Natale, ma anche la slitta e la renna erano sparite. Sulla foto c’era solo Ricky seduto sulla panchina che guardava l’obbiettivo con la faccia schifata. L’uomo guardò Stella stringendosi nelle spalle e lei gli fece cenno di non preoccuparsi. Raccolse la foto e prese il bambino per mano. Lo portò fino alla panchina e ce lo fece sedere. 
- Io non capisco .. – mormorò guardandosi le scarpe - .. La foto … Prima lui, poi anche la slitta e la renna, io … - 
Stella avrebbe voluto mettergli un braccio attorno alle spalle, ma evitò di farlo, sarebbe stata la mossa sbagliata. Guardò il cielo coperto, faceva freddo. Era un cielo da neve, pensò che ci sarebbe stata bene un po’ di neve. 
- Perché te la prendi tanto? .. Tu non credi a Babbo Natale, che differenza fa che nella foto ci sia o meno? 
Si guardarono. Lui sembrava sinceramente smarrito, un vero disperso. 
- Ma la foto … Insomma … non è normale quello che è successo .. Come lo spieghi? 
- Magia mio caro … Pura e semplice magia .. La stessa magia che fa volare Cometa, quella che fa sapere tutto a Babbo Natale, quella che gli permette di entrare in tutte le case e di portare i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte … Ci hai mai pensato? … Come sarebbe bello farsi un giro su quella meravigliosa slitta … Io ci sono stata tante volte. 
- Quando? 
- Quando avevo la tua età, e molto prima, a volte anche adesso … Guarda. 
Alzarono la testa verso il cielo ed i primi fiocchi di neve iniziarono a scendere silenziosi. Il silenzio avvolse la piccola piazza. I fiocchi si posarono sui loro volti sciogliendosi. Erano freschi e sapevano di zucchero a velo. La neve, quella vera, era caduta anche sotto i mille metri. Quella era la neve che Stella aveva atteso con trepidazione. La luce gialla dei lampioni la faceva sembrare dorata. Si alzò ed allargando le braccia volteggiò su sé stessa, poi tese le braccia verso Ricky e lo incitò a fare altrettanto. Il bambino si alzò riluttante, ma poi contagiato dalla sua euforia si mise a volteggiare pure lui. Ridevano raccogliendo la neve sulle mani. In breve l’intera piazza ne fu coperta. Il venditore di castagne era sparito, c’erano solo loro, loro e la neve, magica, silenziosa, complice. 
- Chiamiamole !!! .. - disse Stella afferrandogli le mani ed iniziando a fare un girotondo - .. Chiamiamo le renne di Babbo Natale!!! 
- Ma io non conosco i loro nomi!!! – disse disperato 
- Ma certo che li conosci .. Ogni bambino li conosce, li tiene qui – e si toccò il petto all’altezza del cuore - .. Avanti, insieme a me!! 
Stella aveva ragione, li sapeva, li aveva sempre saputi. Un sorriso radioso gli illuminò il volto, il volto di bimbo di nove anni che giocava sotto la neve. 
- Cometa! .. Ballerina! .. Fulmine! .. Donnola! .. Freccia! .. Saltarello! .. Donato! .. Cupido! 
Gridarono insieme con tutto il fiato che avevano in gola. Iniziarono a ripeterli come se fosse stata una canzone e la neve che cadeva la musica che li accompagnava. Sul cielo sopra di loro ci fu come un lampo dai mille colori, un turbinio di neve aprì come un varco nel cielo rischiarato da quella specie di luminescenza e all’improvviso un tiro di otto renne spuntò dal nulla trainando una slitta luccicante rossa e oro. Ricky spalancò gli occhi e la bocca era letteralmente senza fiato. La slitta scese giù rapida e con elegante manovra si fermò accanto a loro. Alla guida c’era Babbo Natale. Mollò le redine e scese andando loro incontro con un gran sorriso. 
- Sbaglio o qualcuno ha chiamato le mie renne? – disse allegro 
Ricky lo guardò con gli occhi che luccicavano e lui gli mise una mano sulla testa. 
- Allora giovanotto ti sei deciso a compilare la tua lista? 
- Come mai tu non eri sulla foto? – domandò senza fiato 
- Non ero sulla foto? .. Ma come è possibile? Ne sei sicuro? 
Ricky tirò fuori la foto dalla busta e gliela porse. Lui la prese e la guardò 
- A me sembra che ci sia tutto .. Sono pure venuto bene .. E anche tu, guarda. 
Ricky prese la foto e la guardò. Otto renne con finimenti d’oro erano attaccate ad una slitta luccicante e seduti sopra c’erano Babbo Natale e Ricky che sorridevano felici mentre la neve cadeva su di loro. Il bambino sgranò gli occhi. Se non era magia quella. Altro che i suoi stupidi videogiochi. Stella aveva ragione, fantasia, magia, sogno. Con quei compagni avrebbe potuto vivere tutte le avventure del mondo. Stella guardava quella foto con le lacrime agli occhi, anche lei ne aveva una uguale riposta nel suo scrigno più segreto, quello del cuore. 
- Che ne dici giovanotto di fare un giro sulla mia magica slitta? .. A patto però che tu mi faccia avere al più presto la tua preziosa lista. 
Ricky non se lo fece dire due volte e con un balzo fu sulla slitta. Babbo Natale salì al suo fianco e snocciolò con voce forte i nomi di tutte le renne. La slitta si mosse in un tintinnio di campanelle ed in un attimo si sollevò da terra. Stella li vide salire verso il cielo carico di neve e si sbracciò per salutarli. Era felice, molto felice, assieme a Babbo Natale era riuscita a far ritrovare la strada ad un bambino disperso, e di questi tempi non era cosa da poco. Quello era il suo Natale, la sua neve sotto i mille metri, il suo sogno di bambina realizzato, il suo sogno segreto che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. La slitta toccò terra silenziosa accompagnata solo dal suono dei campanelli delle renne. Ricky scese rosso in volto e felice come non era mai stato. Corse verso Stella e le volò tra le braccia ridendo euforico. 
- Aspetto la tua lista … Sai già cosa chiederai? – domandò Babbo Natale arruffandogli i capelli 
Ricky annuì con gli occhi luccicanti come stelle. 
- Voglio che la magia di questo momento non mi abbandoni mai e che resti sempre nel mio cuore come se fosse appena accaduta .. Io non voglio dimenticare … Voglio essere come Stella, certo della tua esistenza e sicuro della tua magia, è questo il regalo che voglio!!! 
- Un gran bel regalo, non c’è che dire … Penso proprio che lo troverai sotto l’albero. 
Fece la sua bella risata sonora e profonda e risalì sulla slitta. In un attimo scomparve nel turbino della neve, che subito dopo smise di cadere. Ricky e Stella si ritrovarono nella piazzetta, assieme a passanti ignari, al venditore di caldarroste e senza neve. Si guardarono complici poi presero la foto. Adesso sulla slitta con le renne c’erano tutti e tre e la neve faceva da sfondo a quello foto fantastica. Si presero per mano e si avviarono verso casa cantando una filastrocca di Natale che raccontava le gesta delle magiche renne di Babbo Natale. Sia Stella che Ricky sapevano che quello sarebbe stato il Natale più bello ed anche tutti quelli che sarebbero venuti. Si dice che ogni volta che un bambino dice di non credere alle fate una fata muoia, e che ogni volta che un bambino dice di non credere a Babbo Natale un abete della magica foresta si secchi. Ma ogni volta che un bambino disperso ritrova la strada la polvere magica dell’abete millenario dove vive Babbo Natale raddoppia il suo potere. Non perdete mai l’innocenza, né la magia dell’infanzia perché da questa dipende la sopravvivenza di tutte le creature magiche. Si può rimanere bambini nel cuore pur diventando adulti nella mente è questo il segreto. Buon Natale!!!!!!!!!!!

FINE


Commenti

  1. è proprio vero...questo è il segreto... BUON NATALE

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  2. Tesoro, ora è finalmente Natale... grazie per la magia che mi hai regalato, quest'anno mi mancava, ma ora l'ho ritrovata... ci si può disperdere ogni, l'importante è aiutarsi a vicenda.
    Un Magico Natale a tutti :D

    RispondiElimina

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